Dall’8 al 17 settembre | dalle 18.00 alle 23.30
LA PELANDA | SPAZIO ESTERNO
Sabato 17 settembre | 22.15 | Assemblea dei soci
LA PELANDA | SALA 2 | 2 h
Luigi Coppola e Christophe Meierhans
Fondo speculativo di provvidenza
thespeculativefund.org
Il progetto artistico Fondo Speculativo di Provvidenza (FSP) genera e realizza una pratica politica collettiva attraverso l’uso del capitale monetario, coinvolgendo direttamente gli spettatori nel suo procedimento. Il progetto mette alla prova abitudini e sicurezze democratiche comuni, al fine di creare condizioni che permettano ai partecipanti di confrontarsi e sperimentare nuovi modelli di vivere, pensare e agire collettivamente.
Nella pratica, il FSP si innesta all’interno della programmazione di un progetto artistico più ampio, quale ad esempio festival, biennali, stagioni teatrali e museali (l’ “evento ospitante” sarà riportato in seguito come “festival”), e vive grazie al coinvolgimento del pubblico partecipante alle manifestazioni.
L’operazione fondamentale del FSP consiste nell’aumentare con un importo fisso il prezzo di ogni biglietto d’ingresso al festival. L’incremento è tale da non interferire sulla decisione del visitatore – se acquistare o no il biglietto, i visitatori ne sono consapevoli fin dal principio.
La somma extra pagata non re-fluisce all’interno dell’economia del festival stesso, ma viene messa da parte per costituire un capitale che appartiene a tutti i visitatori in egual misura.
Ogni biglietto acquistato accorda al suo possessore il diritto ad una quota del FSP e ne diventa così socio. Più biglietti saranno venduti, maggiore sarà il capitale in termini di potenziale: tutti i soci sono infatti invitati a speculare su ciò che potrà essere realizzato con questo potenziale e hanno pari diritto di agire sul destino che conoscerà il FSP. Non avendo una finalità predefinita e non rispondendo a necessità o bisogni esistenti, il FSP è essenzialmente aperto ad ogni utilizzazione possibile. Tutto è da decidere, niente è garantito. Questo è il destino di un fondo speculativo.
La speculazione si realizza quindi nelle due accezioni del termine stesso. Da un lato, è un’operazione finanziaria su un capitale, volta alla sua attribuzione in vista di una possibile realizzazione: la trasformazione del potenziale economico in valore d’uso. Da un altro lato, è una ricerca, un’indagine collettiva che risiede su un potenziale intellettuale e culturale.
Il FSP crea de facto una comunità politica: il fondo appartiene a quelli che ne prendono parte e il suo potenziale è tale in quanto riunisce una molteplicità di contributi individuali altrimenti marginali. lI fatto che improvvisamente ci sia una somma di denaro da spendere, eccita l’immaginazione, genera interazioni e invita all’articolazione di un progetto comune. Non si tratta di affidarsi alla maggioranza, ma alla capacità di ogni individuo di prendersi delle responsabilità, al fine di determinare quello che potrà essere realizzato insieme agli altri. Un potenziale in termini di responsabilità collettiva che moltiplica quindi il potenziale economico del fondo.
BIOGRAFIA
Luigi Coppola (Lecce; Brussels) lavora nel campo della performance, dell’arte pubblica e relazionale. Si concentra su azioni politicamente motivate, come il progetto Atti Democratici, On Social Metamorphosis e Build Your Leader. Nel 2011 è co-direttore artistico della Biennale di arte urbana a Bordeaux e ricercatore su Arte e Società all’Università di Tilburg (Olanda). Nel 2015, dall’incontro con Christophe Meierhans, prende avvio il Fondo Speculativo di Provvidenza, sperimentato a Santarcangelo Festival nello stesso anno e aperto a nuove prospettive, attraverso la partecipazione a due altri festival italiani, a Terni Festival e allo Short Theatre di Roma, e al dialogo con istituzioni attive dell’ambito della finanza sostenibile.
Christophe Meierhans (Geneva; Brussels) lavora con e attraverso la performance, lo spazio pubblico, l’installazione, il suono, la musica e il video. Il suo lavoro consiste soprattutto nello sviluppare strategie di intervento nella vita quotidiana, attraverso la manipolazione di convenzioni accettate, abitudini sociali o usi semplici. I frammenti di realtà diventano la cornice per operazioni artistiche in grado di ridirezionare la banalità al fine di farla riapparire sotto angolazioni inattese. Il suo lavoro solleva questioni sulle norme e le convenzioni, confondendo un contesto casuale con altri diversi, e mettendo a confronto lo spettatore con qualcosa di altro, con la stranezza di essere nel posto “sbagliato”, o la possibilità che il luogo possa diventare qualcosa di diverso.
Nel 2015, presenta a Santarcangelo il progetto Some use for your broken clay pots.
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