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Il progetto prende nominalmente spunto dalle Body Farms – centri di ricerca di Antropologia Forense, creati in America per studiare la decomposizione dei corpi – cogliendo il riverbero di alcune analogie di linguaggio. L’invito a donare il corpo alla scienza sembra guidare l’attore nella resa alla fattualità, nella consegna allo sguardo. Reale è la dimensione di esposizione, la materia, il tempo, la de-composizione dell’azione scenica, la rottura del sistema ritmico, lo smarrimento dei nessi, l’emersione dei processi, nel dominio dell’osservazione.
Immersi nello spazio aperto, chi guarda si trova nella condizione di dover cercare una misura, una messa a fuoco, una direzione, un ordine.
Body Farm è l’esperimento necessariamente singolare di un evento apparente e del suo sciame percettivo, di una visione lasciata sola che, mentre cerca il suo oggetto, genera.
Su CUT/ANALOGUE è possibile leggere di Body Farm attraverso un dialogo tra Attilio Scarpellini e Silvia Rampelli
Habillé d’eau è un progetto di ricerca performativa indipendente, fondato nel 2002 da Silvia Rampelli, focalizza la riflessione sulla natura dell’atto, sulla centralità della dimensione percettiva nella pratica scenica, nei processi esperienziali trasformativi. Ne sono parte: Alessandra Cristiani, Eleonora Chiocchini e, nel tempo, Francesca Proia, Gianni Staropoli, Valerio Sirna. Habillé d’eau è stato prodotto da La Biennale di Venezia e invitato nei maggiori festival. Numerosi sono i testi critici pubblicati e i riconoscimenti. Nel 2018 riceve il Premio Ubu per il Migliore spettacolo di danza.
ideazione e regia Silvia Rampelli
azione Alessandra Cristiani, Eleonora Chiocchini, Valerio Sirna, Francesca Proia, Marcello Sambati, Flavio Arcangeli, Stefania Tansini
produzione Tir Danza
sostegno alla produzione Armunia/Festival Inequilibrio 2022
con il sostegno di Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prender-si cura
ph courtesy of the artist