14 settembre | h 18 – ≈
La Pelanda – Zona esterna
party/community/imaginary place
Tropicantesimo è una installazione sonora in cui il corpo è al centro di una esperienza e una drammaturgia imprevedibile.
Come un qualsiasi fenomeno naturale non puoi sapere quanto durerà; non puoi prevederlo, è come il terremoto, il temporale e il tornado. Ti coglie di sorpresa quando già ne sei parte, che tu lo voglia o no. Tropicantesimo dà vita ad un rituale musicale dilatato nel tempo, attraverso la celebrazione del suono e del ballo. Porta con sé i colori e i calori della foresta tropicale, i fiori e i sapori della frutta, gli umori della terra arsa dal sole e il sudore; ma soprattutto incarna i suoni e i ritmi tribali della fascia equatoriale, immaginati e sognati, ritagliati e scoperti. Tropicantesimo è un cocktail di fianchi sessuali e di maracas agitate in aria. Con i suoi esperimenti sonori, installazioni floreali, visioni oniriche di giardini contro natura, è la costruzione naturale di un paradiso artificiale. Tropicantesimo non ha casa, è situato al di là del mondo conosciuto, tra un mitico El Dorado e un fatiscente locale che vende alcolici di sottobanco durante il Proibizionismo. Tropicantesimo è un carillon bello e malefico, magia bianca e piume di gallina, mutevole nella forma e nelle dimensioni, tutto è torrido e agghiacciante. L’imprevedibile, l’accidentale, il meraviglioso, l’imminente e l’immobile. Tropicantesimo gira su sé stesso, non è successo nulla, era solo un suono di rumori e filastrocche.
Nella sua forma migrante e gitana, Tropicantesimo diventa un Circus che si manifesta con ulteriori improbabilità in forma di performer e prestigiatori del suono.